Quando dagli occhi sparisce la luce
quando la mente, il silenzio produce.
La mano ed il cuore non parlano e tace
anche la tela e il pennello capace
di far vibrare la terra ed i piedi.
Chiudi i tuoi occhi e dimmi...che vedi?
Perché i colori senza la luce
solo nel grigio mesto conduce.
Sono l’angoscia sono il dolore.
Ora c’è il Grigio addio colore!
Io sono il Grigio ne bianco ne nero.
Sono il litigio tra falso e sincero.
Sali ti invito, percorri il sentiero
sul carro guidato dal folle destriero.
Sono la linea sottile che unisce
tanti puntini in milioni di strisce.
Strisce opache di rose appassite
le puoi trovare in miliardi di vite.
Vite noiose della tua gente
volevano tutto non hanno più niente.
Sono chiunque, sono nessuno
sono il malessere dentro ad ognuno.
Sono l’oblio dei sogni infantili
sono la morte dei modi gentili.
Io sono il Grigio
Elisir e veleno
Il cielo bigio
in un giorno sereno
Eccomi a voi, bizzarro guerriero
un cavaliere senza destriero.
Come mantello, tristezza pura,
squallore profondo la mia armatura.
Con me la vita non è così bella
è come un buco senza ciambella.
Opporsi a me sarà cosa dura
tengo il coltello dall’impugnatura.
Sono la fine delle aspirazioni
sono la tomba delle ambizioni.
Io sono il Grigio, paradiso ed inferno
sono il contagio di estate ed inverno.
Padrone grottesco e alquanto potente.
Voi siete al cospetto del Sire del niente.
Di un regno spento a passo di danza
il niente, il nessuno, Il nulla che avanza.
Grigio è il mio nome e la mia corona.
Grigio è l’umore di ogni persona.
I sudditi afflitti di questo reame
non sentono sete, non hanno più fame.
Sono tripudio di mediocrità.
Sono trionfo di banalità.
Io sono il Grigio ne giorni ne notti.
Sono l’elogio dei sogni interrotti.
[di Angelo Barotti]
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