Quando dagli occhi sparisce la luce quando la mente, il silenzio produce. La mano ed il cuore non parlano e tace anche la tela e il pennello capace di far vibrare la terra ed i piedi. Chiudi i tuoi occhi e dimmi...che vedi? Perché i colori senza la luce solo nel grigio mesto conduce. Sono l’angoscia sono il dolore. Ora c’è il Grigio addio colore!
Io sono il Grigio ne bianco ne nero. Sono il litigio tra falso e sincero. Sali ti invito, percorri il sentiero sul carro guidato dal folle destriero.
Sono la linea sottile che unisce tanti puntini in milioni di strisce. Strisce opache di rose appassite le puoi trovare in miliardi di vite. Vite noiose della tua gente volevano tutto non hanno più niente.
Sono chiunque, sono nessuno sono il malessere dentro ad ognuno. Sono l’oblio dei sogni infantili sono la morte dei modi gentili.
Io sono il Grigio Elisir e veleno Il cielo bigio in un giorno sereno
Eccomi a voi, bizzarro guerriero un cavaliere senza destriero. Come mantello, tristezza pura, squallore profondo la mia armatura.
Con me la vita non è così bella è come un buco senza ciambella. Opporsi a me sarà cosa dura tengo il coltello dall’impugnatura. Sono la fine delle aspirazioni sono la tomba delle ambizioni.
Io sono il Grigio, paradiso ed inferno sono il contagio di estate ed inverno.
Padrone grottesco e alquanto potente. Voi siete al cospetto del Sire del niente. Di un regno spento a passo di danza il niente, il nessuno, Il nulla che avanza.
Grigio è il mio nome e la mia corona. Grigio è l’umore di ogni persona. I sudditi afflitti di questo reame non sentono sete, non hanno più fame. Sono tripudio di mediocrità. Sono trionfo di banalità.
Io sono il Grigio ne giorni ne notti. Sono l’elogio dei sogni interrotti.
...Così, chiudendo gli occhi, colori e figure. Ricordi? ...così respirando fino a riempire l'anima di vuoto apparente, ...così aprendo le braccia nel gesto di volare e afferrare il niente. ...e poi così, sprofondare fino a quasi rasentare il fondo e... ...richiudere gli occhi, respirare e... ...risbattere le ali.
Finalmente dopo lunghi anni di sopito silenzio e inattività, E.R.O.D.E. riprende vita. Grazie alla volontà di alcuni dei membri originari, che nonostante l'età non più giovanissima, non hanno perso del tutto i loro sogni. Il primo numero nasce negli anni del coraggio, quelli della scuola, quelli dell'Accademia di Belle Arti di Brera, frequentata appunto dai "fondatori" di E.R.O.D.E. Una mattina, quasi per caso, ecco questo gruppo di folli che buttano giù delle idee, tra una sigaretta e una risata, un caffè e il piano di studi da sistemare... Si aggiungono gli amici degli amici e da una semplice idea nasce E.R.O.D.E. Nonostante i pochi mezzi tecnologici ed i pochissimi mezzi economici, E.R.O.D.E. diventa tangibile in forma cartacea, è il nostro numero ZERO. Sono passati molti anni ed ognuno di noi, non per gloria, ma per necessità, ha intrapreso vie diverse, che il più delle volte nulla ha a che fare con il mondo dell'arte! Il vecchio E.R.O.D.E. è stato chiuso in un cassetto, ma non dimenticato. Noi vecchi "fondatori" abbiamo deciso di riaprire quel cassetto e anche se in forma diversa, medesima è la spinta e la direzione da seguire, quella cioè, di fare arte solo per il gusto di farla e compiacersi, per essere nuovamente un gruppo di folli che tra una sigaretta e una risata, un mutuo e una rata della macchina, butta giù delle idee che prendono forma, vita, colore e diventano finalmente il PROGETTO E.R.O.D.E.